"Qualsiasi cosa che esiste, è buona. E il male, di cui cercavo l'origine, non è una sostanza, perchè, se fosse una sostanza, sarebbe un bene". (S. Agostino, Confessioni 1, VII c.12)
"Il male non è altro che la privazione di ciò che uno deve avere per natura". (S. Tommaso , Summa contra Gentiles 1. III c.7)
Per chiarire questo concetto che è il vero ed esatto concetto del male, ricordiamo dapprima, che una cosa è la semplice mancanza di un bene, e un'altra è la privazione di un bene. La semplice mancanza di un bene non supone nel soggetto un diritto a questo bene, la privazione invece è la mancanza di un bene che è dovuto al soggetto, e questo è propriamente il male. Così, la mancanza della vista per la pietra è una semplice mancanza, per l'animale è una privazione, un male, perchè la vista è una perfezione dovuta ala natura sensibile dell'animale; così l'essere escluso dal mondo ideale della verità e della virtù, per la bestia è una semplice mancanza , per l'uomo è una privazione, un male, perchè la conoscenza della verità e l'esercizio della virtù sono perfezioni dovute alla natura razionale dell'uomo.
Il male quindi, di qualsiasi specie, nella sua vera e propria natura ed essenza, non è altro che difetto e mancanza di quel bene, che un essere dovrebbe avere secondo le leggi della propria natura.
La massima differenza pensabile è quella tra bene e male.
L’operatore d’iniquità ha l’obiettivo di ridurre quanto più possibile questa distanza antipolare, assoluta, al fine di confondere una mente non critica, facendo apparire come bene il male. «Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene», Is. 5, 20. In questa confusione critica trova le radici quel fenomeno noto con il nome di tentazione. La tentazione ci distoglie dalla verità, e ci indirizza in modo disordinato a noi stessi e al mondo.
La ricerca scientifica dimostra che nelle differenze risiede il fondamento di ciò che è rilevante.
Il Male ed i suoi innumerevoli effetti appaiono una realtà così immediatamente tangibili da tutti che ipostatizzare un principio del Male contrapposto ad un principio del Bene sembra cosa piena di buon senso. Ma a lungo andare le visioni dualistiche, prive di dialettica, finiscono tutte per implodere. L'impossibilità di redimere il Male, di ricondurlo ad una qualche significatività, fa sì che la realtà materiale della vita, che del Male è l'incarnazione rispetto al Bene rappresentato dalla dimensione spirituale, se il dualismo è portato alle sue estreme conseguenze, sia vista come qualcosa che occorre assolutamente evitare. Se perdere la distanza riflessiva nei confronti del Male significa essere travolti dalla dimensione istintuale della vita, aderire acriticamente al Bene significa irrigidirsi nella difesa di un ordinamento privo di ogni riferimento funzionale.
[Etimo di differente, differenza:
calco sul greco: diaphorá da dia- “attraverso” e l’astratto di phéro “io porto”; dal lat.: è prefissa la particella DI per DIS- che indica allontanamento + ferre “portare; in campo logico: differentia, differentiam, deriv. di differens (genitivo differentis, accusativo differentem), part. pres. di differre, propriamente “portare qua e là”, separare l’uno dall’altro, allontanare, diversificare; nel tempo: “differire” spostare nel tempo, procrastinare, rimandare ad altro tempo, rinviare; sec. XIII.]
Il demonio è stato creato buono da Dio ma ha usato male la sua libertà: si è messo in opposizione al Regno rendendosi cattivo. Per invidia e gelosia dell'uomo cerca costantemente di portarlo al peccato con la tentazione suprema: sostituirsi al Signore
Sembra impossibile che un angelo creato nella luce di Dio abbia poi potuto scegliere il male... Quando parliamo di un angelo caduto a causa del peccato affrontiamo un argomento molto serio e dobbiamo quindi trattarne con grande serietà. Nella tentazione dell'uomo abbiamo quasi un riflesso di quello che è stato il peccato stesso dell'angelo. Ecco la seduzione suprema: mettersi al posto di Dio. Anche Satana non ha riconosciuto la sua condizione di creatura.
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Biografia
Francesco M. Gaetani SJ, "La Provvidenza Divina, Conferenze tenute nel corso pubblico di Apologia dela Religione", M. D'Auria - Pontificia Università Gregoriana, Napoli - Roma 1941"